Storie dell'anno mille by Guerra Tonino; Malerba Luigi

Storie dell'anno mille by Guerra Tonino; Malerba Luigi

autore:Guerra Tonino; Malerba Luigi
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-11-14T16:00:00+00:00


TUTTE LE LORO DONNE

Non erano tutte rose fiorite. Un capitano compra un braccio e poi gli lascia fare quello che vuole lui, questo non è possibile. Dal terzo giorno in poi Millemosche è legato alla schiena del comandante e il suo braccio destro tiene in mano una spada pesante. Stanno esercitandosi in un duello e il capitano gli grida di spostare il braccio a destra e a sinistra, vuole che impari a duellare e ogni tanto gli da dei pugni in testa che gli fanno tremare il cervello. Dopo le esercitazioni si mangia, cioè mangia il capitano.

Il capitano è uno che mangia sempre. Si sveglia alle otto e mangia e mentre mangia ordina quello che vuole mangiare alle dieci e alle dieci decide quello che deve mangiare da lì a due ore. Sempre così fino a mezzanotte. E Millemosche deve adoperare bene il braccio destro per portare alla bocca le cosce di lepre o di oca o di montone. Deve staccare al momento giusto la carne dai denti del capitano. E spesso deve rimettere la carne nel piatto e grattargli la testa o mettergli un dito in un orecchio per sturarlo. Tutto a tempo, senza una parola, un avvertimento. E la cosa peggiore è un'altra. Vedere tutta quella roba nel piatto e non avere la possibilità di mettere in bocca nemmeno una carota. Niente. Grattare la pancia del capitano e sentirla crescere di giorno in giorno mentre la sua deve essere piatta per aderire meglio alla sua schiena senza dover allungare le cinture che li tengono legati insieme. Piano piano però qualcosa sfugge al controllo del capitano.

Millemosche incomincia a capire il lavoro che deve fare. Stare all'erta quando il capitano ha mangiato troppo o bevuto troppo e chiude o abbassa gli occhi per la fiacca o il sonno. Allora approfittare di quei momenti per muovere a suo piacere la mano e mettere un pezzo di carne nella sua bocca invece che in quella del capitano. Il quale resta a bocca aperta a aspettare e invece della carne gli arriva il dorso della mano che striscia sulle labbra unte per pulirgliele. I momenti migliori sono quando il capitano si addormenta dopo mangiato e allora la mano può cercare nei piatti e anche nelle tasche del giubbotto se c'è qualche ducato oppure grattarsi personalmente nel caso ce ne fosse il bisogno.

La sera finisce in sbadigli e così la mano destra copre la bocca aperta del comandante e poi gli stropiccia gli occhi come succede a chi ha sonno e cerca di stare sveglio. Per andare a letto il capitano slaccia i cinturoni e Millemosche casca a terra senza forze come se avesse perso la spina dorsale. Allora il capitano gli da due o tre calci per toglierselo dai piedi e Millemosche si trascina da qualche parte per dormire.

I primi giorni è una dura faccenda, come quella di un cane legato alla catena. Ma poi Millemosche riesce a ottenere un'ora di libertà dopo i pasti principali e così può girare per l'accampamento e scambiare qualche parola con qualcuno, specialmente con Pannocchia e Carestìa quando li trova.



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